Temi proposti per il progetto finale
Il pescatore
Fabrizio De André, versione originale del 1970
All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura
E chiese al vecchio "Dammi il pane,
ho poco tempo e troppa fame"
e chiese al vecchio "Dammi il vino,
ho sete e sono un assassino"
Gli occhi dischiuse il vecchi al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino, spezzò il pane
per chi diceva ho sete, ho fame
E fu il calore d'un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro le spalle un pescatore
Dietro le spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino
Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
La figura del vecchio pescatore dà luogo a diverse interpretazioni: potrebbe essere il simbolo di un gesto di umanità per il fatto che non denuncia l'assassino che scappa, anzi lo nutre; in questo forse vuole ricordare lo stesso Gesù Cristo; oppure potrebbe essere che non risponde ai gendarmi perché ucciso dall'assassino in fuga.
La canzona fu arrangiata dalla Premiata Forneria Marconi nel 1979; in questa versione venne spesso suonata anche dallo stesso De André.